Alto funzionario pubblico francese.
Nipote di Albert, ne condivise sin dagli anni giovanili le idee umanitarie.
Divenuto ispettore delle Finanze, durante la seconda guerra mondiale
partecipò attivamente alla Resistenza. Al termine del conflitto riprese
la carriera amministrativa e nel 1946 fu nominato direttore aggiunto alle
Finanze estere. Nel 1948 fu promosso segretario generale del Comitato
internazionale per la cooperazione economica europea e l'anno seguente nominato
attaché finanziario all'ambasciata francese negli Stati Uniti.
Richiamato a Parigi nel 1952, assunse la carica di direttore del Tesoro e, in
tale veste, sostenne l'opportunità della svalutazione del franco attuata
da De Gaulle. Nel 1960 fu nominato vice-governatore della Banca di Francia e nel
1963 fu chiamato ad assumere la direzione dell'EMI, il Fondo Monetario
Internazionale. Come capo del massimo organo finanziario internazionale,
condivise e appoggiò a lungo, contro la stessa posizione del Governo
francese, la politica finanziaria degli Stati Uniti, distaccandosene nell'agosto
1971, dissentendo apertamente dalle misure finanziarie annunciate dal presidente
Nixon (soprattassa del 10% sulle importazioni) e proponendo invece la
svalutazione del dollaro. I suoi rapporti col Governo di Washington si
deteriorarono ulteriormente a causa delle sue sollecitazioni per una rapida
riforma del sistema monetario internazionale, provocando un'aspra polemica
intorno alla sua persona tra gli Stati Uniti e gli altri Paesi membri dell'EMI
(n. Strasburgo 1912).